La suprema felicità della vita è sapere di essere amati per quello che si è, e più precisamente, di essere amati nonostante quello che si è. (V.Hugo)
Scogliere e sotto qualcuno che non riesco a vedere, ma che spero ci sia.
Allungo lo sguardo e buco l’orizzonte per dare, ancora una volta, una chance ai miei sogni.
E intanto saluto quell’Ombra, dipinta tra istanti graziati da spruzzi violenti, che la scia fluorescente dei fari, filamento intessuto di stelle improvvise, illumina a tratti.
Ne scorgo le spalle, a volte gracili e a volte possenti, su cui ogni tanto mi sono buttata, un po’ per gioco, un po’ per non morire e un po’ per sorprendere.
Scogliere, onirici davanzali sul mondo, su buchi neri a perdere di cui non scorgo il fondo, su abbracci stretti e su baci una volta perfetti, su un’auto rossa che corre incostante e ha cielo per tetto, ora greve di grigio di nuvole e pioggia, ora lieve d’azzurro e di giallo e di vento.
Scogliere sul tempo che fugge e non torna, sui fiocchi di Neve in aprile, su inquietudini che fanno rumore e mostrano il fianco al dolore, su me che testarda infrango ogni regola.
E sotto qualcuno che non riesco a vedere, ma che spero, nel caso io cada, sia ancora capace, di allargare le braccia e prendermi al volo.